BENVENUTA PENNA NUOVA

mai usata, quasi
immacolata.

Punta rotonda
nero il tratto
sponda alla poga
del poeta riempito

Di questo la penna parlò:
non rovinarmi la festa ragazzo
se hai un malore, riprenditi l’aria
se non vuoi rianimarmi
torna alla terra
da capo
da sopra.

Bel vedere :
funghi capovolti
sciacquini ancora ansanti,
nastri, Topsy
càne giòcherellòne
Ed io?

Cammino da fermo
su tappeti volanti,
mesto rifrullare
di calorie riposanti

Eufurie bianco titanio
credi a me
Ermete fu prima
pepato, e solo dopo
rivoltando il mondo
il luppolo bagnava
le labbra di un te in serata
oro
grigio zinco
nero ebano
e tenuo ciondolare degli altri colori.

C’è qualcosa di simile alla ragione
che spoglia i sensi da me,
in riga rimette il cuore
trama forte
non cede, né
prende lo scacco a ritroso

Pennini d’argento
con lunghe barbe ruvide e
vari preziosi oggetti*
contrari alle donne bomba.

Vedete?
Se proprio deve
scoppiare
Se proprio dobbiamo morire
augurate d’esser vicini al fuoco:
odio il dolore
più dell’amor per l’amore

Un rogo non combusto
deflagrato semmai
insieme al fiato di un bimbo,
tra ultime litigate al cellulare

La colpa dei padri ricade
sulla testa dei figli degl’altri.

Mentre noi? Non
vogliamo che roba
nuova, mai usata
quasi immacolata_

Home page

* Questi tre versi fanno riferimento all’aristocrazia internazionale

TORNA